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La parola swing letteralmente significa dondolare, altalena. Fa riferimento a quell’effetto dondolante, zoppicante tipico di alcuni generi musicali come il Blues, il Jazz, il Boogie.

In pratica. una pulsazione o beat è solitamente suddivisa in due parti o movimenti di uguale durata. Nello swing invece la prima parte viene allungata a discapito della seconda, provocando questo effetto dondolante o zoppicante.

Più la prima  parte viene allungata e più questo effetto diventa evidente e zoppicante.

Non c’è una regola od un valore preciso, ma è un po’ lasciato all’interpretazione di ognuno, al punto che un brano potrebbe essere suonato anche senza effetto swing.

Questo effetto swing crea qualche problema dal punto della rappresentazione sullo spartito (notazione) che invece di basa su valori frazionari e matematici ben definiti.

Per questa ragione esistono differenti modi di rappresentare sullo spartito l’effetto swing. E’ bene conoscere e riconoscere queste modalità perché è possibile trovare spartiti che rappresentano lo stesso concetto in modi differenti.

  1. Innanzitutto è possibile suonare senza Swing. La notazione rimane normalmente in 4/4.
  2. Notazione con semplice indicazione di Swing con una nota testuale ad inizio brano. La metrica rimane in 4/4.
  3. Notazione con prima nota col punto di valore e la seconda dimezzata, detta anche 3.1 in quanto, immaginando di suddividere il beat in 4 parti, 3 parti sono occupate dalla prima nota e 1 dalla seconda. Questa notazione è graficamente semplice, ma se fosse suonata rispettandone i valori musicali avrebbe un andamento molto zoppicante. Puoi ascoltare l’esempio al link più sotto.
  4. Notazione in 4/4 con ritmo terzinato. Ogni beat è suddiviso in terzine di cui le prime due parti vengono occupate dalla prima nota ed la terza dalla seconda nota. Dal punto di vista esecutivo questa è la più realistica rispetto al come andrebbe prodotto questo effetto swing. E’ meno zoppicante rispetto al precedente, in quanto, matematicamente parlando, la prima nota occupa il 66% del beat, mentre nel caso precedente occupa il 75%.
  5. L’ultima notazione è quella in 12/8 dove, per definizione, ogni beat è suddiviso in 3 parti, senza però avere la necessità di usare la terzina dal punto di vista grafico sullo spartito. E’ quindi la notazione più naturale, a patto di avere compreso il tempo composto 12/8.

Puoi vedere e soprattutto ascoltare queste differenti notazioni a questa pagina web. Ovviamente dove l’effetto swing è solamente indicato, non sentirai alcuno swing nella riproduzione.

Se vuoi saperne di più sui tempi musicali e sul 12/8 ti consiglio di scaricare il breve corso completo di teoria musicale nella sezione free oppure direttamente al seguente link: Scarica breve corso teoria musicale